Un’iniziativa straordinaria all’insegna di un grande maestro italiano della direzione d’orchestra: questo l’annuncio dall’Ambasciata d’Italia ad Amman in occasione della “Festa della Musica” che, con il sostegno dall’Unione Europea, il 21 giugno prevede anche in Giordania un ricco cartellone di eventi.
Stanno infatti per prendere avvio una serie di trasmissioni sulla radio “Talal Abu-Ghazaleh Business & Culture” – la principale emittente di musica classica in Giordania – che proporranno per la prima volta in veste digitale le registrazioni di Francesco Mander, direttore d’orchestra e compositore noto a livello internazionale. Il progetto nasce grazie alla disponibilità della vedova del maestro, Annemarie Mander, di mettere a disposizione una selezione di incisioni originali con le più celebri orchestre e solisti che hanno fatto la storia della musica del Novecento.
Ripercorrere in sintesi i successi di Francesco Mander non è semplice. Nato a Roma nel 1915 da una famiglia di musicisti ed artisti, Mander, dopo aver studiato composizione a Roma con Alfredo Casella e Cesare Dobici e direzione d’orchestra con Antonio Guarnieri a Siena (dove sarebbe tornato come insegnante, tra gli altri, di Zubin Metha), iniziò la sua fortunata carriera nel 1940. Durante la seconda guerra mondiale fu costretto a ritirarsi per qualche tempo ma, all’indomani del conflitto, Mander fu richiesto con crescente intensità sulle scene internazionali. Nominato nel 1948 direttore dell’Orquesta Sinfónica de Madrid, fu ospite delle principali città del mondo, da Londra a Buenos Aires, passando per Parigi, Milano, Mosca, Budapest, Sydney, Copenaghen, Amsterdam, Chicago, Johannesburg, Leningrado. Nel 1951 diresse a Milano il debutto orchestrale del violinista Uto Ughi. Negli anni in cui fu direttore musicale a Bruxelles, la critica lo descrisse come «eccezionale»; lo stesso accadde a Londra: «Un formidabile direttore d’orchestra», «Mander si è dimostrato un maestro nel dirigere la sua orchestra… Un musicista di prim’ordine. Nel complesso, la sua quinta sinfonia di Beethoven è stata una performance eccezionale », e a Parigi: «Con Mander l’Orchestre Nationale brilla sin dalle prime note».
Il suo repertorio, vastissimo, e i suoi interessi culturali, che spaziavano dalla filosofia alla letteratura, ne imposero il carisma a studenti e pubblico. Mander diresse alcuni tra i più grandi solisti del secolo, da Oistrakh a Kempff, Rubinstein, Arrau, Ogdon, Argerich, Ferras, Fournier, solo per citarne alcuni. Come direttore era molto esigente: amava infatti sottolineare che «il sottile umorismo di Mozart non può essere rivelato da una cattiva esecuzione: la soluzione è di offrire solo concerti di alta qualità, soprattutto quando il pubblico è impreparato e non ha termini di riferimento efficaci». Mander esigeva continuamente molto «da se stesso e dagli altri, ma lo faceva in un modo molto gentile». Non a caso aveva affermato che «la musica è sentimento e pensiero, la più alta forma d’arte, e l’arte è l’essenziale che riflette tutta la civiltà. È il “linguaggio universale” su questa terra ». Questa è la nostra vita, quindi questa è la nostra arte, perché esse sono inseparabili. Arte, letteratura e musica non possono essere divise dalla vita».
Una data, quella della “Festa della Musica”, scelta non a caso dall’Ambasciata da Amman per confermare l’impegno dell’Italia nella promozione della nostra cultura musicale in un paese, come la Giordania, dove essa è molto apprezzata e accolta con crescente interesse.